COME POTARE, CLONARE E FARE UNA TALEA DELLA CANAPA

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COME FARE UNA TALEA E PERCHÉ

Le talee sono alla base delle grandi coltivazioni indoor.

La cannabis si riproduce in due modi: sessualmente e asessualmente. La riproduzione sessuale avviene quando il maschio feconda con il suo polline i fiori della femmina, che poi produce i semi.

La riproduzione asessuata avviene quando una parte della pianta emette radici e diventa un individuo indipendente, appunto attraverso le talee.

La riproduzione asessuata è ben nota in altre varietà di piante come i gerani per esempio e tutte le piante grasse. La cosa interessante di questa tecnica è che le talee sono geneticamente uguali alla pianta madre, possiamo considerarle i suoi cloni.

Coltivare cannabis da talea presenta numerosi vantaggi. Tutte le talee di una pianta avranno lo stesso sesso della madre. Quindi prendendo talee da piante femmina saremo sicuri di ottenere altrettante piante femmina.

Partendo da semi non feminizzati invece ci sarà sempre l’incognita per mesi e dovremmo piantare e crescere il doppio delle piante per ottenere il numero di piante femmine che desideriamo.

Un altro motivo convincente per fare talee è che ci permette di mantenerci in vita a tempo indeterminato la genetica della pianta che desideriamo.

Se piantiamo dieci semi di una varietà, non tutte le piante lo saranno egualmente vigorose, alcune produrranno una resina più potente e gemme più grosse. Quindi potremo scegliere di conservare la “miglior” pianta per le sue qualità genetiche clonandola e replicandola in modo che il prossimo raccolto abbia caratteristiche dello stesso tipo.

Tutte le talee di una pianta sono identiche nei loro modelli di crescita, tempo di fioritura, necessità di fertilizzanti, ecc. Lavorando sempre con le stesse piante diventa molto più semplice pianificare il raccolto.

Un altro considevole vantaggio che deriva da questa tecnica sta nella riduzione delle tempistiche. Infatti, normalmente una pianta di cannabis coltivata da seme non sarà pronta per fiorire fino a 6 settimane o più dalla semina.

Le talee invece possono essere indotte a fiorire in qualsiasi momento e con qualsiasi dimensione dato che la loro età genetica è la stessa della pianta madre. Le talee sono piccole porzioni di piante adulte e mature. I coltivatori indoor lavorano quasi sempre con le talee e le spingono a fiorire già da quando raggiungono i 30-40 cm di altezza.

TANTE PICCOLE PIANTE POSSONO PRODURRE PIÚ DI POCHE PIANTE GRANDI

Quando tagliamo una talea e la mettiamo a radicare, questa subisce un grosso trauma. Il fusto che si occupava di far germogliare nuovi rami e foglie, ora dovrà invece iniziare a mettere su nuove radici.

Il ruolo del coltivatore è quello di garantire che questo il cambiamento avvenga nel modo meno traumatico possibile per la pianta, in modo che riprenda la sua crescita al più presto.

Il rischio principale per le talee nei primi giorni è la disidratazione. Non avendo radici in modo che non possano assorbire acqua o sostanze nutritive. Per evitare che si disidratino e muoiano, le talee devono essere poste in un luogo con elevata umidità (più del 90%).

In commercio si trovano vassoi specifici per la radicazione con un coperchio trasparente. Durante i primi giorni il germinatore rimarrà totalmente chiusa e l’umidità dovrà essere tenuta costantemente alta spruzzando il coperchio del vassoio. Successivamente è possibile aprire delle piccole prese d’aria dal coperchio per permettere una maggiore aerazione e un graduale adattamento alle condizioni abituali una volta che le radici avranno iniziato a svilupparsi.

Durante il processo di radicazione le talee non hanno bisogno di molta luce. La temperatura invece è un’altra variabile determinante nei tassi di sopravvivenza delle talee, e dovrebbe rimanere il più stabile e costante possibile in valori compresi tra i 24 -30º C. Per questo molti coltivatori utilizzano un tappetino riscaldante da porre sotto il vassoio. 

La composizione della miscela di terreno in cui radichiamo le talee deve essere tale da mantenere umido tra un’annaffiatura e l’altra e consentire una buona ossigenazione alle nuove radici. Si può mischiare perlite e vermiculite in parti uguali, altri aggiungono terriccio e humus di lombrico. Anche dei cubetti di lana di roccia o eventualmente del normale terriccio possono servire allo scopo.

Un aiuto molto importante durante il taglio è dato dagli ormoni radicanti. Questi Si presentano in polvere, liquido o gel e stimolano la produzione di radici.

Le punte delle piante oi rami inferiori possono essere utilizzate come talee. Generalmente viene scelto un ramo e la punta viene tagliata (10-30 cm.). Il taglio è fatto a metà tra due nodi sempre con un’angolazione di 45°. Subito dopo aver tagliato il clone, bisogna metterlo in un bicchiere con acqua. Le foglie di uno o due nodi della talea vengono pulite visto che saranno sottoterra e da queste usciranno le nuove radici. Perché una talea attecchisca è necessario che almeno un nodo sia interrato.

Fa un buco con una matita nei cubetti di substrato che hai precedentemente preparato e idratato. Il diametro del foro deve essere un po’ più grande delle talee. Il clone viene rimosso dall’acqua e introdotto negli ormoni di radicamento. Viene quindi piantato con molta cautela. È importante premere il substrato attorno alla talea in modo che sia saldamente a contatto con il gambo.

Quindi le talee vengono introdotte nel vassoio dove andranno a radicare e possono essere spruzzate con dell’acqua distillata o meno come le pareti del vassoio.

È importante spruzzare di tanto in tanto le talee in modo che non si secchino. Fino a quando non hanno le radici saranno in grado di assorbire un po’ d’acqua solo attraverso le foglie. I primi 4-5 giorni sono i più delicati per la vita delle nostre talee.

Le talee possono impiegare una o più settimane per mettere radice a seconda delle condizioni che creiamo per loro. Quando le prime radici spuntano attraverso le pareti dei cubetti di radicazione, è ora di trapiantarle in contenitori più capienti.

COME POTARE LE PIANTE DI CANNABIS E PERCHÉ FARLO

La potatura consiste nel tagliare germogli, foglie o rami da una pianta. A seconda delle parti potate avremo risultati diversi.

Potando i germogli della pianta possiamo aumentare la ramificazione mantenendo la pianta piccola e compattaI rami bassi non sviluppati vengono rimossi in modo che la pianta concentri tutta la sua energia sulle gemme principali. Le foglie invece non devono essere potate perchè questo crea traumi inutili alla pianta.

Se guardi le ultime foglie uscite in cima ad ogni ramo notarai al centro un nuovo germoglio. Tagliando questo germoglio, la pianta ramificherà due rami al primo nodo sotto il taglio. I nodi sono i punti in cui i rami e le foglie si incontrano con lo stelo. Se in seguito tagli i germogli dai rami, si ramificheranno di nuovo e invece di 2 rami principali, ne otterrai 4.

Queste operazioni possono essere fatte dal momento che la pianta avrà 3 o 4 set di foglie e non dovrebbero mai essere fatte avvicinandosi e durante il periodo della fioritura.

 

I piccoli rami che non si sviluppano vengono potati in modo che la pianta concentri la sua energia in quelli più grandi. Inoltre è consigliato eliminare i rami dove la luce non arriva bene anche per pemettere una maggiore ossigenazione.

Ci sono coltivatori che lasciano semplicemente che la pianta sviluppi la cima centrale senza ramificazioni per ragioni di spazio. Infatti queste piante sono più alte e strette.

Durante la sua vita, la foglia produce zuccheri che distribuisce in tutta la pianta in modo che produca tessuti e si sviluppi. Le foglie più grandi sono le “fabbriche” più produttive e non devono essere rimosse. Durante la fioritura, queste foglie ingialliscono e si seccano, non devono essere comunque rimosse fino a quando non si staccheranno con una leggera pressione verso il basso.

 


 

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