I MIGLIORI SUBSTRATI PER LA COLTIVAZIONE IDROPONICA

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Esistono decine di substrati adatti alla coltivazione idroponica, tra quelli organici e quelli realizzati dall’uomo, e tanti possono fungere da mezzo per la crescita delle nostre amate piante. D’altronde stabilire quale sia il substrato di coltura migliore sarebbe come giudicare quale sia il modello di scarpe migliore, eccetera…

Diversi substrati potrebbero funzionare altrettanto bene per le tue esigenze specifiche, la scelta è legata piuttosto  alla disponibilità, costo e preferenze personale.

Ho elencato alcuni dei più popolari substrati di coltivazione indicando alcuni vantaggi e svantaggi legati agli stessi:

Argilla espansa:

Questo prodotto artificiale è fatto cuocendo l’argilla in piccoli pellet rotondi dentro una fornace, dove l’argilla si espande diventando porosa. L’interno delle palline di argilla è pieno di minuscole sacche d’aria (come per la roccia lavica) rendendolo un materiale talmente leggero che alcuni pallet potrebbero galleggiare. Questa caratteristica si deve al fatto che l’argilla espansa non trattiene molta acqua ed è infatti particolarmente adatta a sistemi idroponici con cicli di irrigazione frequenti.
Questo materiale è spesso aggiunto ad altri substrati per aumentare la disponibilità di ossigeno a disposizione delle radici, non compatta e ha un pH neutro.

Un altro vantaggio è dato dal fatto che può essere riutilizzato per più colture semplicemente pulendolo da residui di radici e sterilizzando in soluzioni di acqua con aceto o acqua ossigenata. Questa caratteristica rende questo materiale sostenibile e un vantaggio soprattutto nel lungo termine, visto che ha un prezzo elevato rispetto ad altri tipi di medium.

Fibra di cocco:

La fibra di cocco sta rapidamente diventando uno dei substrati di coltivazione più popolari al mondo. È un substrato di coltivazione totalmente “biologico” che si adatta perfettamente alle esigenze della coltivazione idroponica. Si tratta è un sottoprodotto naturale derivato dai processi di lavorazione del cocco. La buccia esterna di una noce di cocco è costituita da fibre comunemente utilizzate per realizzare una miriade di oggetti. La polvere e le fibre corte vengono unite per creare la fibra di cocco.

Quando questo materiale marrone, secco e fibroso viene a contatto con l’acqua, si espande fino a 3-4 volte le sue dimensioni originali. Spesso utilizzata come alternativa alla lana di roccia, la fibra di cocco (nota anche come torba di cocco), offre condizioni di crescita ottimali. Rispetto alla lana di roccia permette una ossigenazione maggiore e una superiore capacità di trattenere l’acqua, fattore rilevante soprattutto per i sistemi idroponici che hanno cicli di irrigazione intermittenti.

La fibra di cocco è anche ricca di ormoni stimolatori delle crescita radicale, e offre una certa protezione da funghi e parassiti delle radici. La miscela in parti uguali di fibra di cocco e pellet di argilla è ritenuto da molti il substrato di crescita ottimale nel settore dell’idroponica.

Lana di roccia:

La lana di roccia è sicuramente il mezzo più diffuso nella coltura idroponica. È un substrato inerte  e versatile adatto un po’ tutti i sistemi idroponici. La lana di roccia viene soprattutto utilizzata per la fase di semina e perla clonazione di steli appena tagliati, ma può rimanere con la base della pianta per tutto il suo ciclo vitale.

La lana di roccia presenta molti vantaggi e alcuni svantaggi, tra cui la possibile irritazione che può provocare all pelle durante la manipolazione. Tra vantaggi ci sono il costo e la facile reperibilità, oltre la sua comprovata efficienza quando impiegato come substrato idroponico.

Questo tipo di substrato ha un elevata capacità di assorbire liquidi e ossigeno, permettendo un ideale crescita delle radici e l’assorbimento dei nutrienti delle stesse. La natura fibrosa fornisce anche una buona resistenza meccanica utilissima per mantenere stabile la pianta.

Perlite:

È in circolazione da parecchi anni e principalmente usata come additivo del suolo per aumentare l’aerazione e il drenaggio del terreno. La perlite è una forma di vetro vulcanico che quando viene rapidamente riscaldato a più di 800°C si espande formando dei ciottoli molto leggeri.

La perlite è uno dei migliori substrati di coltivazione idroponici in circolazione, in particolare considerando il rapporto qualità/resa. Viene impiegata sola piuttosto che mischiata ad altri substrati come la vermiculite, aumentandone la  traspirazione e diminuendone la ritenzione idrica. Il più grande svantaggio della perlite è infatti che non trattiene bene l’acqua, il che significa che si asciugherà rapidamente tra un’annaffiatura e l’altra.

La polvere di perlite non è salutare se respirata, quindi maneggiandola dovresti indossare una mascherina.

Vermiculite:

Come la perlite, la vermiculite è un minerale che è stato surriscaldato fino a quando non si è espanso in ciottoli leggeri. La vermiculite trattiene più acqua rispetto alla perlite, e viene idealmente impiegata in sistema idroponica goccia e a flusso. Anche la vermiculite viene utilizzata in miscele di terriccio per diminuire densità e ritenzione idrica del suolo. Anche la vermiculite offre un ottimo rapporto qualità/prezzo, mentre il principale svantaggio che ha, è quello di trattenere troppa acqua per essere utilizzata da sola.

Ghiaia:

Soprattutto il tipo di ghiaia  che viene utilizzato negli acquari, o qualsiasi piccola ghiaia a condizione che venga prima lavata, viene impiegata in sistemi di idroponica e acquaponica dove le piante crescono nel tipico letto filtrante dove l’acqua viene pompata e drenata. La ghiaia è rappresenta un substrato economico e facile da mantenere pulito.

Pomice:

La pomice, come il tufo, è un prodotto di origine vulcanica. I  rapidi rilasci di pressione durante le eruzioni vulcaniche portano all’espansione del gas e alla formazione di materiali a bassa densità composti da vetro vulcanico. Parliamo di un materiale inerte dal pH neutro, leggero e poroso, con una capacità di ritenzione idrica limitata rispetto a lana di roccia, perlite o altri substrati organici. Questo rende la pomice adatta solo a sistemi idroponici di riempimento e scarico con frequenti cicli di irrigazione.
Con l’ampia scelta di substrati di coltivazione di qualità disponibili, pomice, tufo e roccia lavica vengono utilizzate sempre meno spesso, soprattutto nei climi caldi dove potrebbero limitare sensibilmente possono limitare l’assorbimento di acqua e sostanze nutritive da parte delle piante

SCEGLIERE IL TIPO DI SUBSTRATO IDEALE

Le radici delle piante idroponiche devono avere abbastanza acqua, ossigeno e nutrienti.
Se l’acqua viene pompata o versata solo una o più volte al giorno, dovrebbe esserci abbastanza umidità intorno alle radici per catturare e trattenere un po’ d’acqua. Ciò significa che i mezzi di coltura utilizzati dovrebbero essere in qualche modo in grado di trattenere questi elementi fondamentali.

A seconda del tipo di sistema idroponico utilizzato, e del metodo in cui acqua e nutrienti vengono somministrati alla pianta, dovrai scegliere il substrato o un mix che possa permettere alle radici delle piante di disporre di sufficiente acqua e ossigeno costantemente.

 


 

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